IL VIAGGIO DI ARTEMISIA

Atto Unico di Paola Presciuttini
Messa in scena a cura di Octava Rima
Con: Siliana Fedi e Gabriele Ara

Artemisia Gentileschi nasce a Roma, primogenita del pittore Orazio Gentileschi e, di tutti i suoi figli, fu l’unica erede della sua arte.
E’ la pittura la grande avventura della sua vita, tanto da farne la prima grande pittrice celebrata e riconosciuta nella storia .
Artemisia, una donna che, in un mondo che certamente non favoriva le donne quando si impegnassero in attività socialmente giudicate “virili” (quindi praticamente tutte al di fuori della cura della casa e della famiglia), riuscì ad imporsi e a difendere strenuamente la sua visione dell’amore e della vita.

Nel maggio del 1611 Artemisia viene violentata dall’amico e collega del padre, Agostino Tassi; questa vicenda, il processo che ne segue e che, coraggiosamente, la ragazza affronta (era ,infatti simpatico uso almeno nello stato pontificio del XVII secolo,praticare la tortura non soltanto sugli accusati di delitti ma talvolta , e fu questo il caso, anche sugli accusatori onde appurare se questi fossero veritieri) segneranno non solo tutta la sua vita di donna, ma, in particolare, tutta la sua produzione artistica,rivendicando nelle sue composizioni un punto di vista “femminile” delle vicende del mondo e,senza per questo volerne fare una sorta di “femminista ante litteram”, caratterizzando in maniera esemplare le espressioni dei suoi personaggi fino a rivelarne una psicologia e un pensiero quantomeno trasgressivi per l’epoca.
Nonostante ciò, Artemisia, ebbe un grande successo professionale surclassando quello del padre e di quel marito che le verrà imposto a seguito della violenza subita.
Nei primi anni del seicento la troviamo alla corte dei Medici a Firenze dove poté esprimere al meglio le sue qualità e dove conobbe e divenne amica di Galileo Galilei, di Michelangelo Buonarroti il Giovane e di molti altri studiosi e artisti con cui si confrontò e da cui imparò moltissime cose.
Artemisia riuscì così a realizzare il sogno ,non necessariamente sempre consapevole, di ogni donna in ogni epoca: l’indipendenza economica e giuridica e il grande successo professionale.

Lo spettacolo vuole porre l’accento sulla forte personalità di Artemisia Gentileschi, sulle sue caratteristiche così prettamente femminili e sulla determinazione a volerle imporre in un mondo almeno per quanto concerne le attività pubbliche e le arti fortemente connotato “al maschile”, anche a dispetto delle regole morali e da quelle imposte dalla chiesa come forte potere temporale dell’epoca. Inoltre sulla consapevolezza che un forte intento inflessibile smuove il mondo e che l’arte, se fatta con amore, può essere la chiave per la libertà e la salvezza.

LO SPETTACOLO

Artemisia, già nel pieno della maturità, sta attraversando in nave la manica, il mare è in tempesta.
Nella stiva, al riparo dai flutti la grande artista tira le somme della propria vita e della propria carriera.
Una tela a tinte forti la vita di questa maestra del colore: incontri con le più grandi intelligenze del suo secolo da Michelangelo il Giovane fino a Galileo. Viaggi, e fortuna che non riuscirono, però, a cancellare la ferita di quell’affronto perpetrato ai danni della sua dignità di donna e di persona, di quella violenza subita in giovanissima età.
L’abbiamo seguita nel suo universo di rossi carminio, bianchi di zinco, gialli napoletani, scoprendo con lei le luci e le ombre di un secolo che ha rivoluzionato profondamente la nostra idea del mondo.
Ci siamo posti all’ascolto delle domande che scuotevano i pensatori del Seicento e il suo animo inquieto, cercando con lei le risposte.

In scena pochi oggetti suggeriscono il viaggio intrapreso, alcune tele con la riproduzione di un quadro che rappresenta l’ossessione della sua vita: Giuditta che decapita Oloferne; e con lei i fantasmi del passato che tornano puntuali.

La musica che accompagnerà questo viaggio con Artemisia sarà originale dell’epoca trasportandoci in un altro tempo,
come se davvero la macchina del teatro potesse accorciare le distanze tra noi e quelli che ci hanno preceduto.

ESIGENZE TECNICHE
Spazio oscurabile di circa mt. 6×6.

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